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Dora Ferri spiega come affrontare un colloquio di lavoro

Affrontare un colloquio di lavoro nel modo giusto può fare la differenza e aiutare il candidato a ricoprire la posizione desiderata.

Un colloquio di lavoro è un incontro tra un candidato e un datore di lavoro, o un recruiter, con l'obiettivo di valutare l'idoneità del primo per la posizione lavorativa desiderata. Le finalità di questo incontro sono, quindi, due: il selezionatore desidera capire se il candidato ha le competenze tecniche e le qualità personali adatte al ruolo per il quale si svolge la selezione; il candidato conoscere meglio l’azienda, il ruolo e dimostrare di essere la persona giusta per il lavoro.

 

Tipologie di colloquio

Esistono diverse tipologie di colloquio di lavoro, ognuna con caratteristiche e finalità specifiche. Il colloquio telefonico o in videochiamata rappresenta spesso il primo contatto tra il candidato e il selezionatore. Questo tipo di intervista ha lo scopo di valutare l’interesse del candidato per la posizione e verificare rapidamente le sue competenze di base. Essendo generalmente breve e mirato, serve a scremare i profili prima di un eventuale incontro in presenza.

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Il colloquio individuale è il formato più comune. In questa situazione, il candidato si confronta direttamente con il recruiter o con il responsabile del team in cui potrebbe essere inserito. L’incontro permette di approfondire il percorso professionale, le competenze e le motivazioni del candidato, oltre a valutare la sua idoneità culturale rispetto all’azienda. 

Nel colloquio di gruppo, più candidati vengono messi alla prova contemporaneamente, spesso attraverso attività pratiche o discussioni di gruppo. Questo metodo è particolarmente utile per le aziende che vogliono osservare dinamiche relazionali, capacità di collaborazione e doti di leadership in un contesto più dinamico rispetto all’intervista individuale. 

Il colloquio tecnico o pratico è finalizzato a testare le competenze specifiche richieste per il ruolo. In questi incontri, il candidato può essere sottoposto a esercizi pratici, prove tecniche o simulazioni, a seconda del settore di riferimento. Ad esempio, un programmatore potrebbe dover scrivere un codice in tempo reale, mentre un designer potrebbe essere chiamato a sviluppare un progetto grafico.

Infine, il colloquio comportamentale si concentra sulle esperienze passate del candidato. Il selezionatore formula domande mirate a comprendere come il candidato ha affrontato situazioni specifiche in contesti lavorativi precedenti. Attraverso questa modalità, si cerca di prevedere il comportamento futuro del candidato basandosi su esempi concreti, valutando capacità di problem-solving, gestione dello stress e attitudine al lavoro di squadra.

Ogni tipologia di colloquio ha dunque uno scopo preciso e contribuisce a fornire un quadro completo del candidato, permettendo all’azienda di individuare il profilo più adatto alle proprie esigenze.

 

Consigli pratici per affrontare al meglio un colloquio di lavoro

Un colloquio di lavoro si sviluppa attraverso una serie di momenti fondamentali, ognuno dei quali contribuisce a delineare il profilo del candidato e a valutare la sua compatibilità con il ruolo e l’azienda. Dora Ferri, Career Coaching & Placement Coordinator Radar Academy, condivide alcuni consigli per affrontare con successo e determinazione.

Prepararsi all’incontro

Per non farsi trovare impreparati è opportuno:

  • studiare l'azienda, visitando il sito web e leggendo le ultime notizie, in modo da capire valori e mission aziendale;
  • rivedere l'annuncio di lavoro, analizzando le competenze richieste e riportando alla mente esempi concreti in cui le hai dimostrate;
  • prepararsi le risposte alle domande comuni, tra le quali "Parlami di te", "Quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza?", "Perché vuoi lavorare qui?", "Dove ti vedi tra cinque anni?";
  • allenarsi con simulazioni, provando a rispondere davanti a uno specchio o in compagnia di un amico;
  • prepararsi delle domande per il recruiter, così da dimostrare interesse verso l'azienda o il ruolo da ricoprire.
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A” tu per tu” con i recruiter

L’incontro inizia solitamente con una presentazione personale, durante la quale il candidato ha l’opportunità di raccontare chi è, qual è il suo percorso formativo e professionale, e quali sono le sue principali competenze. Questa fase è cruciale per creare una prima impressione positiva e instaurare un dialogo costruttivo con il selezionatore. Successivamente, l’intervistatore approfondisce il background professionale, ponendo domande specifiche sulle esperienze lavorative pregresse. L’obiettivo è comprendere quali incarichi il candidato ha ricoperto in passato, quali responsabilità ha gestito e in che modo le sue competenze possono essere applicate al nuovo ruolo.

Poiché si tratta del primo contatto con il recruiter è fondamentale:

  • arrivare puntuali, meglio se con 5-10 minuti di anticipo;
  • curare lo standing, ovvero vestirsi in modo appropriato, adattando il proprio abbigliamento alla cultura aziendale;
  • mostrare sicurezza e professionalità, stringendo la mano con fermezza, mantenendo il contatto visivo e sorridendo;
  • ascoltare attentamente e rispondere con chiarezza, meglio non divagare, ma al contrario essere sintetici e al tempo stesso esaustivi;
  • usare il linguaggio del corpo in modo positivo, mantenendo ad esempio una postura aperta;
  • dimostrare entusiasmo, mostrandosi motivati e interessati al ruolo.

Un aspetto centrale del colloquio riguarda anche l’analisi dei punti di forza e delle aree di miglioramento del candidato. Il selezionatore potrebbe chiedere, ad esempio, quali sono le qualità che contraddistinguono il candidato nel lavoro di squadra, nella gestione dello stress o nella risoluzione dei problemi. Allo stesso modo, gli verrà chiesto di identificare eventuali debolezze e di spiegare come sta lavorando per migliorarsi. Questo tipo di domande aiuta a valutare l’autoconsapevolezza e la capacità di crescita professionale.

In ogni colloquio, è previsto anche uno spazio dedicato alle domande del candidato. Questo momento permette a chi è in cerca di lavoro di raccogliere informazioni sull’azienda, sul team con cui collaborerà e sulle aspettative legate al ruolo. Fare domande pertinenti e ben ponderate dimostra interesse e proattività, due qualità molto apprezzate dai selezionatori.

Infine, è importante ricordare che un colloquio di lavoro non è un processo unilaterale: se da un lato l’azienda valuta la candidatura, dall’altro anche il candidato ha l’opportunità di capire se la posizione, il contesto e la cultura aziendale rispondono alle sue aspettative e ai suoi obiettivi di carriera. È un’occasione di confronto reciproco, in cui entrambe le parti hanno l’opportunità di prendere una decisione consapevole e soddisfacente.

Al termine del colloquio

Dopo il colloquio, è buona norma inviare un’email di ringraziamento al selezionatore. Questo gesto, semplice ma efficace, permette di esprimere gratitudine per il tempo dedicato e di ribadire il proprio interesse per la posizione. Nel messaggio, è consigliabile fare riferimento a qualche punto saliente emerso durante l’incontro, in modo da dimostrare attenzione e coinvolgimento nella conversazione.

Se dopo alcuni giorni non si riceve alcun riscontro, è opportuno effettuare un follow-up. Inviare un messaggio cortese dopo circa una settimana può servire a chiedere aggiornamenti sulla selezione e a mostrare proattività senza risultare invadenti. Questo passaggio consente al candidato di mantenere aperta la comunicazione con l’azienda e di rafforzare la propria candidatura.

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